Anziani risorsa, non peso: i sindacati chiedono un piano serio per l’invecchiamento attivo
“Invecchiamento attivo significa qualità della vita, dignità, partecipazione. E riguarda tutte le generazioni, non solo gli anziani.”
Un messaggio chiaro, quello lanciato da Tania Scacchetti (Segretaria generale Spi-Cgil), Carmelo Barbagallo (Segretario generale Uilp-Uil) e Annamaria Foresi (Segretaria nazionale Fnp-Cisl), al termine del primo incontro del Comitato Interministeriale per le Persone Anziane, che si è tenuto il 10 luglio a Palazzo Chigi.
L’incontro ha segnato un primo passo nel percorso del nuovo Piano nazionale per l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione delle fragilità. Ma i rappresentanti sindacali non hanno nascosto le loro preoccupazioni.
“È stato un confronto utile – hanno spiegato – ma bisogna evitare equivoci. Invecchiamento attivo non vuol dire restare al lavoro fino a 70 anni. E non può diventare un alibi per alzare ancora l’età pensionabile. Per noi significa tutt’altro: rafforzare i servizi sanitari e sociali, garantire ambienti sicuri e accessibili, promuovere l’apprendimento continuo e stili di vita sani.”
I numeri parlano chiaro: oggi, in Italia, gli over 65 rappresentano oltre il 24% della popolazione. E nei prossimi 50 anni raddoppieranno. Gli over 80 saranno addirittura il triplo. “Vivremo più a lungo, sì – osservano – ma spesso con più fragilità. Per questo serve un piano serio, condiviso, concreto. Non per gestire un ‘problema’, ma per cogliere un’opportunità sociale.”
Per i tre sindacati, infatti, le persone anziane non sono un peso: sono una risorsa fondamentale per il Paese. “Sostenendo figli e nipoti – ricordano – gli anziani sono il vero ammortizzatore sociale dell’Italia. Portano esperienza, conoscenza, equilibrio. Eppure, troppo spesso, vengono messi ai margini.”
Da qui la richiesta di politiche più incisive e coordinate: città più vivibili e inclusive, trasporti e abitazioni pensati anche per anziani e bambini, accesso al digitale, lotta alla solitudine, valorizzazione del ruolo sociale dei pensionati anche attraverso progetti di servizio civile e rigenerazione urbana.
“Il tema dell’invecchiamento attivo – concludono – deve diventare centrale nelle politiche pubbliche di prevenzione, con interventi armonizzati tra Stato e territori. Invecchiare bene è un diritto, non un lusso. Ed è su questo terreno che si gioca il futuro di una società più giusta, coesa e solidale.”
Per questo, Spi-Cgil, Uilp-Uil e Fnp-Cisl hanno chiesto con forza l’apertura di un Tavolo specifico sulla Non Autosufficienza. Una battaglia che riguarda tutti. Non solo chi è già anziano, ma anche chi lo sarà domani.