Firenze – Sono circa un milione e 100mila le badanti che lavorano in Italia. Di queste, 500.000 circa con regolare contratto; ce ne sono poi 400.000 – una su tre – che lavorano in una condizione di totale irregolarità: non hanno né contratto di lavoro né permesso di soggiorno.

La fascia intermedia – 100/200.000 unità –  è composta prevalentemente da polacche  e rumene, che risultano regolari in quanto cittadine comunitarie ma che lavorano irregolarmente.

Un sistema di welfare che costa alle famiglie italiane qualcosa come 12 miliardi di euro all’anno.

La sanatoria colf – badanti del 2009 ha già esaurito i suoi effetti sul mercato del lavoro delle assistenti familiari; la percentuale di badanti assunte con regolare contratto di lavoro era passata dal 32% al 46%, oggi, invece, stiamo ritornando alla situazione precedente.

Ad incidere sulla regolarizzazione delle assistenti familiari è anche il costo dei contratti regolari di lavoro che, spesso, risultano essere troppo onerosi per le famiglie.
Agevolazioni fiscali aiuterebbero il processo di emersione del lavoro non regolare.

L’assunzione in regola, in regime di coabitazione di un’assistente familiare “non formata” costa attorno ai 18 mila euro l’anno (cifra che comprende 13 mensilità, contributi Inps, Tfr, vitto e alloggio); mentre in nero si scende intorno ai 12/13 mila euro all’anno, e, per molte famiglie è troppo oneroso, conclude Pasquinelli dell’Istituto per la ricerca sociale di Milano.