Crisi, pensionati sfiduciati. Il 77% non vede la fine del tunnel
I pensionati italiani non vedono la fine del tunnel della crisi. Il 45% ritiene infatti che il peggio debba ancora venire e il 32% che siamo all’apice. Solo il 17% ritiene invece che il peggio sia passato mentre il 6% non si esprime.
Nonostante i recenti dati sul leggerissimo aumento del Pil non emerge una crescita rilevante di fiducia. Il 55% dei pensionati comunque sostiene che si tratti di un segnale che fan ben sperare ma che la strada per uscire dalla crisi sia ancora lunga, il 35% addirittura che non significa niente e che la crisi è ancora molto pesante.
E’ quanto rileva un’analisi dello Spi-Cgil realizzata in collaborazione con Ipsos.
Rispetto alla qualità della vita negli ultimi anni il 74% dei pensionati sostiene che sia peggiorata o che comunque sia rimasta uguale in negativo mentre solo il 24% ha visto dei miglioramenti.
Qualche barlume di speranza viene espressa invece rispetto ad un periodo di medio-lungo termine. Il 46% dei pensionati sostiene infatti che nei prossimi 5-10 anni la qualità della vita migliorerà o resterà comunque positiva mentre per il 43% peggiorerà o resterà uguale in negativo. L’11% invece preferisce non sbilanciarsi.
Crisi, la mancanza di lavoro prima preoccupazione per i pensionati
Prima del proprio benessere, della pensione, della sanità, del welfare o delle tasse è il lavoro dei propri figli e nipoti la vera preoccupazione dei pensionati italiani.
L’88% degli over 65 sostiene infatti che l’occupazione e l’economia in generale siano i problemi più urgenti a livello nazionale.
Il 37% indica invece il welfare, solo il 6% la sicurezza e l’immigrazione, il 5% l’ambiente e il 2% la mobilità.
L’ordine delle priorità non cambia nella sostanza se ci si riferisce ai problemi nel proprio comune di residenza. Anche in questo caso infatti a guidare la classifica è l’occupazione, indicata dal 45% dei pensionati, seguita dal welfare e dalla mobilità (20%), dall’ambiente (10%) e infine da sicurezza e immigrazione (6%).