Coordinamento Donne Spi Cgil. Cresce il numero delle donne inattive
Firenze – Sono tante le donne italiane che vorrebbero lavorare ma un posto non lo trovano. Secondo i dati rilasciati mensilmente dall’Istat sono state 1 milione e 700 mila le donne italiane inattive: donne che non hanno un impiego ma sono disponibili a lavorare.
1,1% in totale il gruppo degli inattivi (2milioni 764 mila unità) in Italia, un numero 3 volte più elevato della media europea (3,5%) e ben più alto se paragonato a quello della Francia (1,1%), della Germania (1,3%) e Regno Unito (2,7%).
Le donne tra gli inattivi sono il 16,6% delle forze di lavoro, a fronte del 7,2% degli uomini; 6 su 10 donne dunque non cercano lavoro ma sarebbero pronte a lavorare.
In crescita, tra gli inattivi, anche i giovani tra i 14 ed i 24 anni, passati dal 21,6% del 2004 al 30,9% del 2010.
Marcate le differenze territoriali – gli individui che non cercano ma vorrebbero lavorare, nel Mezzogiorno sono un quarto delle forze lavoro – un risultato di oltre 6 volte maggiore a quello del Nord.
In calo invece, negli ultimi 2 anni, i lavoratori che cercano un impiego ma che non sono subito disponibili a lavorare: dalle 165 mila unità del 2004 alle 126 mila unità del 2010.
Con la crisi crescono anche i disoccupati part-time che, ancora per l’Istat, rappresentano, nel 2010, l’1,7% delle forze lavoro, con un’incidenza più contenuta per gli uomini rispetto alle donne, come riflesso della maggiore diffusione dell’occupazione part-time tra le lavoratrici.
La quota di sottoccupati passa perciò dal 3,4% del 2008 al 4,9% del 2010.
In un contesto di crescita del numero dei sottoccupati part-time nella seconda metà dell’ultimo decennio, la quota più alta di sottoutilizzo riguarda le donne, mentre almeno un sottoccupato ogni 2 ha tra i 35 e 54 anni.
